L'estate in barattolo

Io non ci avevo pensato, e poi oggi c'è pure il sole, ma ci ha pensato Google a ricordarmi che oggi inizia l'autunno. E va beh, non mi strapperò i capelli, panta rei, come dice il canale sotto la mia finestra (reazione particolarmente zen dovuta sicuramente all'ora e mezza di yoga appena finita).
Che poi tanto me ne ero già accorta dalla temperatura eh che l'estate ci stava salutando anche quest'anno, per non parlare della luce. Sarà stato forse questo il motivo per cui, non avendo fatto nemmeno una marmellata ma giusto qualche barattolo di zucchine e di agli sott'olio, mi è venuta l'ansia di conservare un altro po' di estate, e così mi sono cimentata nei pomodori in conserva.
 
Se qualcuno me lo avesse detto qualche decennio fa, non ci avrei mai creduto. Uno dei motivi per cui non vedevo l'ora di diventare grande era che finalmente non avrei più dovuto "fare i pomodori", come si dice da noi. Dopo il giorno del ritorno all'ora solare, per un po' dell'infanzia ma soprattutto in adolescenza il giorno in cui si facevano i pomodori è stato da me il giorno più odiato dell'anno. Premesso che la mia famiglia ha sempre vissuto in un appartamento, per cui i pomodori si andava a farli da amici in campagna, questo voleva dire alzarsi all'alba, quanto già bastava a farmi odiare profondamente l'intera faccenda.
E poi i lavori che, in quanto bambina, non potevo fare, dovendomi accontentare quindi delle mansioni noiose; l'impossibilità, da adolescente, di fare un giro sotto casa a vedere se ci fossero i miei amici, il senso di essere ostaggio in una casa di campagna fino al tardo pomeriggio (uff l'insofferenza adolescenziale!); e poi tutto quel pomodoro che inevitabilmente ti finiva addosso, e pane e pomodoro per merenda (cosa darei ora per quella bella fetta di pane dalla mollica bollosa e la crosta croccante imbevuta di succo di pomodoro e olio). E mia madre che non era come certe sue amiche più anziane, convinte che una donna in ciclo non può fare conserve se no manda tutto in malora, no mia madre diceva "son tutte sciocchezze" e ci portava a fare il nostro anche se eravamo mestruate (per la cronaca, non è mai andato in malora nulla). L'unica cosa che mi ha sempre affascinato era il bidone gigantesco posizionato su un grande fornello alimentato con la bombola, in cui si infilavano bottiglie e barattoli e tanti stracci e poi si riempiva d'acqua con la pompa e sembrava non riempirsi mai, e poi si stava lì a sperare che non scoppiassero troppi barattoli. Chissà, forse mi piaceva anche perchè voleva dire che, anche per quell'anno, quella giornata faticosissima volgeva al termine.
E invece, a quarant'anni eccomi qua, a non aver nessuna voglia di smettere di mangiare i pomodori nonostante stia arrivando la stagione del kale, ad accorgermi che il mio spacciatore clandestino ha ancora tanti San Marzano belli rossi e sodi e li fa a soli 2 euro al kilo perchè son gli ultimi, a chiamare mia madre e chiederle che cosa devo fare.

 
Le dosi non hanno niente a che vedere con quelle di un tempo, i miei riempivano un'intera scaffalatura di bottiglie di salsa e barattoli di pelati. Io poi non ho nessun bidone, ma solo due pentoloni grandi. E nemmeno gli strumenti per far la salsa, quindi la mia conserva è davvero "basic".
Ho semplicemente lavato ben bene i pomodori dopo aver scelto con cura solo quelli maturi e perfetti e li ho lasciati asciugare. Ho tagliato a metà ciascun pomodoro e riempito man mano tutti i barattoli, spingendo un po' sul fondo per togliere l'aria, ci ho infilato qualche foglia di basilico e ho tappato. Ho messo uno straccio sul fondo del pentolone e i barattoli intervallati da altri stracci in modo da evitare il contatto tra loro e quindi la rottura, riempito di acqua fredda e fatto bollire per mezzora o poco più. Ho aspettato con pazienza che il tutto diventasse completamente freddo, ho esultato perchè i miei quindici barattoli erano tutti intatti e li ho riposti al buio nella credenza. Ah, e mi sono emozionata.
Questo infatti non pretende certo di essere un tutorial sulla conserva di pomodori al naturale, il web è pieno di gente che ne sa di più; no, questo era solo il racconto di un'emozione. Non solo emozione per l'autoproduzione in sè, che mi emoziona sempre, ma per certi deja vu: per certi odori che sanno di estate e di buono; per certi gesti, come quello di pigiare i pomodori nel barattolo, che mi ricordano la mano delicata e forte di mia madre quando lo faceva; per certe immagini, come la fogliolina di basilico alla fine, che fa sembrare il barattolo un quadretto perfetto.
Credo che la nostra magra conserva non arriverà nemmeno a Natale, ma se va tutto bene, l'anno prossimo ci organizziamo meglio, perchè fare i pomodori, checchè ne dicano Cri bambine e Cri adolescenti, è proprio una bella cosa!

Commenti

  1. E brava Cri!
    ...così ti porti un po' di sole durante il resto dell'anno!
    ciao!

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  2. Io conservo allo stesso modo i pomodorini... per quanti ne metta via oltre febbraio non arrivano! ;-)

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  3. Io povera nordica sfigata non ho mai fatto le conserve, però quelle degli altri le mangio tanto volentieri.

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  4. Brava!
    Che belli i pomodorini conservati così!
    Mia mamma faceva sempre la passata di pomodoro e anche io ho ricordi di infanzia di pentoloni & Co. :D
    Io invece i pomodori li conservo solo secchi sott'olio e sotto forma di sugo pronto nel freezer.
    Ciao cara, buon autunno

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    1. Eh anche i miei li seccano al sole, io no ho spazio e quest'anno ho provato così; ) Buon autunno anche a te Serena cara

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  5. Come conservare l'estate in un vasetto (e poi nello stomaco) .. già, purtroppo l'estate è finita, mi sento mancare le forze.

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    1. Ti capisco amico rettile! E infatti il barattolo è poco più di un palliativo :D

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  6. Solo 2 Euro??? Miiii fortunato il tuo spacciatore di pomodori!
    Mai avuto tanta grazia, a volte nemmeno per le fragole bio certificate. Proprio d'oro i suoi pomi :) beato lui.

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