Di lavoro si muore, di sciopero anche


Oggi nessuno dovrebbe andare al lavoro. Tutti i facchini d'Italia dovrebbero incrociare le braccia, e tutto il resto dei lavoratori con loro. Ieri è successa una cosa terrificante, ieri, un operaio è stato ucciso mentre e perchè esercitava il suo diritto di sciopero. È un brutto mondo quello dei facchini, è un mondo quasi senza regole. Qualcuno che conosco bene ci è entrato e ne è uscito inorridito. Di notte, all'hub dell'Sda (spedizioniere delle poste) di Bologna, la cui sede è in piena zona industriale dove gli autobus non arrivano, si accalcano decine e decine di persone, per lo più africane, arrivate lì a piedi o in bicicletta dalle loro case o pseudotali. Stanno lì e aspettano, finchè qualcuno della cooperativa non esce fuori e dice "tu, tu e tu"; a quel punto c'è chi ha svoltato la notte di lavoro e chi gira i tacchi e si rifà tutta la strada al contrario, per intraprenderla la sera dopo sperando in miglior fortuna. La maggior parte delle cooperative di facchini sono posti brutti, dove il fatto che non ti facciano fare il corso di formazione (nonostante ne abbiano l'obbligo) per insegnarti a gestire i pesi ed evitare di massacrarti la schiena è solo l'aspetto più piacevole. Sono posti dai contratti di lavoro anche di pochi giorni, e da stipendi da fame, ché tanto devi solo ringraziare che ti diano da lavorare. Sono posti spesso non sindacalizzati, perchè si fa fatica da straniero a muoversi in certi ambienti, si fa fatica a dire "io non merito di essere trattato così", si fa fatica a trovare il coraggio di protestare e mettere a rischio quei quattro spicci che ti permettono di sfamare dei bambini che, da parte loro, staranno facendo altrove la loro fatica di stranieri in terra tutt'altro che accogliente. Abd Elsalam Ahmed Eldanf però il coraggio l'aveva avuto, la sua dignità aveva affrontato con lui il viaggio dall'Egitto e non l'aveva abbandonato nemmeno in un ambiente brutto e "abbrutente" come quello del facchinaggio; la sua dignità l'aveva spinto a unirsi ai suoi compagni per difendere i suoi diritti di uomo e di lavoratore. Ma un capo spietato, un capo che si crede padrone, non ne ha avuto pietà, un camionista che evidentemente pensava solo al suo stipendio (un poveraccio dunque che mi fa quasi altrettanta pena nei rari attimi in cui riesco a zittire l'orrore e la rabbia) non ha esitato a obbedire al padrone e l'ha investito. 
E questo fa davvero orrore. Fa orrore pensare che il mondo del lavoro sia tornato a essere un mondo di schiavismo. Fa orrore che gli schiavi non si rendano conto nemmeno di essere tali, che ognuno se ne stia zitto zitto nella sua gabbia, che ognuno si lasci schiavizzare senza disturbare, che a tratti ringrazi pure. Il vero orrore è che oggi ognuno se ne vada a lavorare pensando ai fatti suoi, fa orrore che non ci siano scioperi e proteste in tutto il Paese, che un fatto del genere non sconvolga e non indigni.
Questo mi fa più orrore della velocità con cui i pm hanno tirato fuori la balla che non ci fosse nessuna protesta e nessun picchetto (e allora però spiegatemi cosa ci faceva la polizia, già presente al momento del fatto, in un posto del genere di notte) e che addirittura il povero Ahmed si sia lanciato come un folle incontro al tir; mi fa più orrore del fatto che oggi, il giorno dopo e non il mese dopo, sulle principali testate nazionali, la notizia si sia trasformata in un trafiletto a fondo pagina, tanto che scorrendo, nella mia ingenuità, ho addirittura pensato di averla saltata senza averla vista. Mi fa più orrore di un premier che dice che non si può morire manifestando quando lui stesso è uno dei principali responsabili del sistema schiavistico attuale.
Sì, l'indifferenza delle persone mi fa più orrore di tutto. Oggi sono triste, e non per la pioggia.

Commenti

  1. La realtà è che non siamo una società civile, ma un'accozzaglia si individui

    RispondiElimina
  2. Mi fa orrore tutto ciò che racconti. E mi dà l'angoscia vedere che ormai è una lotta tra poveri, che fa comodo a molti e fa sentir loro la coscienza pulita. Ammesso ne abbiano una.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non so se ne abbiano una, perchè fatico davvero a immaginarla pulita.

      Elimina
  3. Mi fa orrore tutto ciò che racconti. E mi dà l'angoscia vedere che ormai è una lotta tra poveri, che fa comodo a molti e fa sentir loro la coscienza pulita. Ammesso ne abbiano una.

    RispondiElimina
  4. Ma di quanti decenni - per non dire secoli - siamo tornati indietro?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lo sai che è stata una delle prime cose che ho pensato? Da qui l'incipit del post, perchè ho pensato che se fosse successo qualche decennio fa, nonostante non ci fosse internet a far arrivare dappertutto la notizia praticamente in tempo reale, ci sarebbe stata una reazione diversa da parte dei sindacati, dei lavoratori tutti, della popolazione. Anzi mi correggo, ci sarebbe stata una reazione.

      Elimina
  5. Non si può generalizzare, lavoravo in una cooperativa di facchini, bianchi, neri, marroncini... tutti lo stesso contratto, tutti in regola.
    I corsi? beh qualcuno si altri no, alcuni si fermava a volte per pochissimo tempo, una settimana, un mese, altri erano li da qundici anni, italiani, senegalesi, iraniani, rumeni; con molti saimo diventati amici. A volte qualcuno costava più in scarpe antinfortunistiche fornite che in ore di lavoro svolto.
    La tragedia accaduta è terribile ma non me la sento di giudicare senza averne gli elementi; voluta? Accidentale? Non è così facile investire qualcheduno volontariamente o perchè te lo ordinano
    La fiducia e la considerazione che ho degli esseri umani mi fa sperare che che si tratti davvero di un incidente, vedremo.
    So che se sei su di un TIR e qualcuno ti passa davanti abbastanza vicino non lo vedi, nemmeno se è un'automobile, lo so per averlo sperimentato.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Appena ho iniziato a leggere il tuo commento mi sono chiesta perchè parlassi di generalizzare, ho riletto il post e mi sono resa conto di non aver scritto che parlo dell'hub di Bologna, e vado a correggere. Per il resto nessuna generalizzazione, e se parlo di persone per lo più africane è perchè semplicemente so che, tra i facchini notturni che lavorano "a chiamata" in questo modo, i più sono africani. In generale i contratti sono in regola certo, peccato che la regola sia così becera, tra livelli bassissimi, quote sociali e quant'altro, che gli assunti, pur spaccandosi la schiena, portano a casa una miseria. Quello che dico perchè lo so è inoltre che le cooperative che operano all'hub di Bologna non fanno alcuna formazione, e per questo una ha pure rischiato una denuncia dal medico di base del mio amico, che si è rivolto a lui per il mal di schiena. Poi la tragedia voluta? Accidentale? Nè io nè te possiamo averne risposta certa, a me semplicemente è puzzato un po' che la prima notizia a caldo, quindi senza tempo di trattative o rimaneggiamenti, parlava di un picchetto e della presenza della polizia in loco, poi salta fuori che in quattro e quattr'otto si è appurato che non solo è stato un incidente ma che addirittura non ci fosse alcuna manifestazione. Immaginavo che un'indagine sulla morte di una persona richiedesse qualche ora in più...E al di là di questo, poniamo sia stato un incidente: questo non giustifica, secondo me, l'indifferenza di un Paese.

      Elimina
  6. caporalato, schiavitù, sfruttamento, omicidio... ma non eravamo quelli civilizzati?

    RispondiElimina
  7. Il lavoro è diventato un posto, anzi una cosa brutta, tutto è diventato astio e sfruttamento, d'altraparte quando ancora c'era qualche diritto per cui lottare (costato sangue, impegno e sacrificio) quasi tutti si sono girati dall'altra parte.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Già, non c'è il senso della lotta (continuamente criminalizzata tra l'altro), non c'è alcun sentimento di unione tra i lavoratori, anzi ci son più spaccature che altro. Pensa che ultimamente leggere una persona che si diceva contro lo sciopero perché i questo modo avrebbe aiutato anche i lavativi che non lo meritavano. Mi son cadute le braccia.

      Elimina
  8. Ci sono stati anni di grande solidarietà fra i lavoratori. Ricordo che che per aiutare i metalmeccanici a rivendicare un miglioramento salariale abbiamo accettato di restare fermi nelle nostre retribuzioni forse per un contratto o due. Io lavoravo all"ASST erano gli anni '70. Non so essere più precisa ,qualche sindacalista se ne ricorderà. So con assoluta precisione che quell'accordo è costato la perdita di parecchie migliaia di lire alla categoria. E se lo abbiamo fatto per chi il lavoro l'aveva già è da inorridire che non si faccia per i precari e peggio per le chiamate a giornata. Ma ancor peggio, come tu sottolinei è che si venga uccisi perché si sciopera! E una cosa tremenda!
    Non riesco a trovare altre parole, provo angoscia e disorientamento.
    Ciao Cri, e grazie per questo post pieno di sensibilità. Non dimenticheremo Abd Elsalam Ahmed Eldanf.
    Voglio sperare che vengano processati e condannati i colpevoli della sua morte. Vedremo cosa succederà...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per la rua testimonianza Nou, preziosissima. E grazie per aver lottato, come tanti altri, anche per noi.

      Elimina
  9. No ne sapevo nulla, non ho parole, solo parolacce.

    RispondiElimina
  10. "Sì, l'indifferenza delle persone mi fa più orrore di tutto"
    Odio gli indifferenti
    Antonio Gramsci

    RispondiElimina
  11. Non solo l'indifferenza fa orrore... Fa orrore scoprire che abbiamo perso anche l'ultimo briciolo di umanità. Ci arrabbiamo e ci indigniamo più per un telefonino che si rompe che per un essere umano che muore nella schiavitù di questo sistema liberista

    RispondiElimina

Posta un commento

Grazie per essere passato a dire la tua :)

Post popolari in questo blog

I semi di glicine: una bomba di felicità!

Torta di mele senza latte e senza uova

Polpettine vegane di quinoa e zucchine