Per non dimenticare...cosa?


E poi ogni anno il 27 gennaio ricordiamo l'olocausto. Ogni anno dedichiamo qualche minuto della nostra giornata a pensare a quei milioni di vite innocenti spazzate via dalla follia di un pazzo megalomane. Ogni hanno ci chiediamo come sia potuto accadere; come sia potuto accadere che il mondo stesse a guardare mentre il suddetto pazzo megalomane sterminava un intero popolo. Beh, erano certo più ignoranti, non c'erano grandi mezzi di comunicazione, la gente non sapeva altrimenti si sarebbe indignata! Ah, ci provasse ora vedresti, il mondo non glielo permetterebbe mica!
Ogni anno, nelle librerie si vedono riuniti tutti i libri sull'argomento, in tv passano film e documentari storici sul genocidio degli ebrei. Nelle scuole (e mica tutte) si tengono lezioni e discussioni su questa pagina di sangue della storia dell'umanità. Per non dimenticare. Ma che senso ha ricordare? Che senso ha riempirsi la bocca di parole caritatevoli e il cuore di tristezza per un'avvenimento di settant'anni fa, per poi non rendersi conto che la stessa cosa sta succedendo in questo momento e non fare nulla? Dove sono le autorità politiche che il 27 gennaio si commuovono a comando e tengono discorsi che in sostanza dicono "Ah, fossi nato prima, ovviamente tutto questo non sarebbe accaduto"? Allora mi viene da chiedermi quanta ipocrisia c'è nel Giorno della memoria? Non mi chiedo più dove guardava il mondo mentre Hitler sterminava gli ebrei, mi chiedo dove guardi il mondo ora, ora che, a differenza di settant'anni fa, ha mille occhi per guardare, ha giornali, tv, internet. E non ci sono solo giornali come repubblica, che se in questi giorni vuoi informarti sulla situazione palestinese tramite il sito, ne hai da scorrere la rotella della homepage e superare le notizie di economia, di calcio, di gossip e cronaca nera prima di arrivare a leggere qualcosa (e tralascio di commentare l'impronta degli articoli relativi). Dove sta guardando il mondo mentre Israele fa strage di civili palestinesi? Tutte le risposte che mi vengono in mente sono infinitamente tristi.


Commenti

  1. Purtroppo credo che siamo sempre stati molto bravi a guardare dall'altra parte, lo abbiamo sempre fatto e continuiamo a farlo sempre e ovunque (e non è una questione di comunicazione, o almeno non del tutto).
    Non sono d'accordo però sul mettere sullo stesso piano le due realtà, non perché ci sia una gerarchia ma semplicemente perché non sono collegate. C'è sicuramente molta ipocrisia sulla giornata della memoria, come in tutte le giornate e ricorrenze ufficiali. Questo però non deve offuscare l'orrore di quello che è stato. Allo stesso modo, quello che è stato non deve avere nulla a che fare con quello che sta succedendo adesso. Non so, mi hanno sempre impressionato le gerarchie del male, se posso dire così, in ogni ambito; penso che dobbiamo fare attenzione a non misurare il male facendo confronti, mi sembra un modo per non guardare in faccia l'orrore.
    Capisco la tua indignazione, e hai ragione, tutte le risposte che vengono in mente alla tua domanda sono infinitamente tristi.

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    1. Non è questione di gerarchie, non penso che ci siano mali minori o peggiori, nè voglio sminuire orrori passati. Il mio mettere a confronto deriva dal fatto che provo orrore se penso all'olocausto come ne provo ora pensando che una persona sta facendo strage di un popolo. E la mia indignazione è rivolta alle altre nazioni, che non stanno alzando un dito (quando non finanziano direttamente gli armamenti di Israele), e alle persone che non si stanno rendendo conto di quanto sta accadendo solo perchè questa faccenda non è ancora finita sui libri di storia. E quando ci finirà sarà troppo tardi.

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  2. Ciao Cri, la tua è giusta indignazione ma con lo scorrere della storia si è già appurato numerose volte che l'umanità non ha imparato niente. La storia si ripete sempre. Chi detiene il potere inesorabilmente ne abusa.
    Credo che ricordare gli orrori che l'uomo ha commesso sia doveroso proprio nei confronti delle vittime. A livello collettivo diventa ipocrisia quando gli orrori si ripetono ma a livello individuale è giusto indignarsi e mostrare la nostra indignazione.
    Un caro saluto.

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    1. Credo anch'io che sia doveroso e assolutamente necessario ricordare, soprattutto in quest'epoca di inquietante revisionismo storico. Ma ricordare vuol dire anche, appunto, imparare, non dispaicersi sterilmente per ciò che è stato e rimanere impassibili verso orrori che sono in atto in questo momento. Poi sì, la questione è che è sempre tutto in mano a pochi potenti che decisamente dalla storia hanno imparato solo ad abusare meglio del proprio potere.
      Un abbraccio a te

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  3. "avete 5 minuti di tempo per lasciare la vostra casa" suona il telefono nel cuore della notte e tu devi pigliare un figlio sotto il braccio destro e uno sotto il sinistro e perdere tutto il resto di ciò che compone la tua esistenza, perché la tua unica colpa è quella di essere condomino di un noto militante di Hamas. Non è tollerabile questo, non è tollerabile che tre ragazzi israeliani vengano prelevati e giustiziati, non è tollerabile che un ragazzino palestinese venga prelevato picchiato ed arso vivo come se il suo sangue potesse lavare quello dei ragazzi israeliani, non è tollerabile vivere nel terrore, non è tollerabile vivere nell'odio che alimenta l'odio, ma questo non deve impedire a noi di condannare ora e ricordare ciò che è successo 70 anni fa

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  4. Il mondo è distratto, perché i grandi mezzi di comunicazione di massa sono assoggettati a chi vuol far credere l'esatto contrario di quello che sta succedendo in realtà.

    Moz-

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    1. E questo vale per quella parte di mondo che, almeno, cerca di informarsi, pensa poi a quanta parte ce n'è a cui semplicemente non frega una cippa.

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  5. Il mondo non è distratto, gli uomini lo sono.
    Mio nonno è ebreo, sopravvissuto ai campi di sterminio, ha perso parenti, amici, identità... Mio nonno ha amici palestinesi, non si è mai voltato dall'altra parte, ha sempre combattuto contro il fanatismo e le ingiustizie, ha accolto i suoi amici e continuerà a farlo finchè avrà vita.
    Ricordare è giusto, è un dovere... ma quanti di voi fanno qualcosa di concreto?
    Xavier

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    1. Lunga vita a tuo nonno, averne milioni di persone come lui! Non so cosa facciano gli altri, io da parte mia ne parlo, mi confronto, cerco di sensibilizzare all'argomento i "distratti", boicotto.

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  6. la memoria serve , anzi, servirebbe per cambiare. A quanto pare non è così. E' atroce vedere ciò che sta accadendo, è ancora più atroce rendersi conto di quanto poco ci si interessi alle sorti di chi sta al di là del mare.
    Mi presento. mi chiamo Emanuela, non ho un blog ma leggo spesso il tuo e ti ringrazio per tutto ciò che scrivi.
    Se ti interessa, cerca su google "Paola Manduca". E' una mia amica, docente universitaria ora in pensione che sta svolgendo un eccezionale lavoro di ricerca scientifica nella striscia di Gaza. E' rientrata in Italia a metà giugno. Credo che potrà interessarti.GRAZIE ancora. Emanuela

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  7. Ciao Emanuela, grazie per questo commento. Sono d'accordo con te, infatti è prorpio il ricordare fine a se stesso quello che mi fa arrabbiare e che mi ha portato a scrivere questo post. Come dici tu, la memoria serve per cambiare, ma io, se cambiamenti ne riesco a vedere, li vedo solo in peggio.
    Paola Manduca è un nome che non mi suona affatto nuovo, probabilmente ho letto già qualcosa di suo, ad ogni modo vado a cercarla, deve essere una persona decisamente interessante e meritevole della mia stima, anche solo per il lavoro sulla striscia di Gaza. Grazie a te per il suggerimento e per girare da queste parti!

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  8. Ma io in realtà non vedo indifferenza, vedo un continuo accapigliarsi e discutere su questa guerra, come non si discute mai di altre che coinvolgono altri popoli. Vedo gente completamente bloccata su posizioni ideologiche, e governi bloccati da lobby e pressioni interne. Il risultato però è lo stesso di quello che provocherebbe l'indifferenza: nessuno fa niente.

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  9. Parlerei di banalità della ricorrenza, molte volte fatta solo per moda, perché ci sentiamo buoni, e non perché si crede in qualcosa. In questi giorni ho pensato a Vik, a quello che hanno fatto per bloccare la sua voce di testimone scomodo, testimone internazionale, che faceva concretamente qualcosa.

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  10. Ti quoto in Toto... dovremmi fare di più.

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