It.a.cà, Feel Italy e una meravigliosa (dis)avventura

It.a.cà. è un festival che si tiene da un po' di anni da queste parti, alla cui base sta la promozione di un turismo responsabile. Ogni anno itinera in diverse città dell'Emilia-Romagna e ha un programma ricco di eventi che tendono a promuovere un approccio diverso alle vacanze, che invitano a viaggiare rispettando luoghi e persone, che insegnano a dare importanza al viaggio non meno che alla meta.
 
 
 Feel it è un'associazione di accompagnatrici turistiche, non ha nemmeno un anno di vita ed è nata dall'entusiasmo e dai non pochi sforzi di tre donne che, stanche di lavori inutilmente estenuanti o improvvisamente disoccupate, si sono rimboccate le maniche e hanno deciso di fare della promozione del proprio territorio un lavoro. È da un po' che vi volevo raccontare di loro, le conosco bene, una in particolare, visto che è nata sotto il mio stesso tetto, ma meritano decisamente un post a parte. Vi basti sapere per ora che quest'anno hanno il loro bello stand al festival di It.a.cà! E per la tappa riminese hanno indetto un contest di racconti di viaggio, a cui io non potevo non partecipare, e non solo per avere la borsina :)
 
E poiché del nostro breve viaggio in Sicilia dello scorso anno non vi ho raccontato granché (o forse nulla), men che meno della giornata su cui verte il mio racconto, nonostante da queste parti io parli spesso dell'incommensurabile bellezza della conoscenza e dello scambio tra le persone, eccovelo qua, con tanto di foto!
E ovviamente, chevelodicoaffare, se riuscite fatelo un giro a una delle tappe di It.a.cà., ne vale la pena!
 
Viaggiare è la nostra attività preferita. Delle tante cose che facciamo insieme, Francesco e io, è sicuramente tra quelle che ci vengono meglio! Non abbiamo mai delle vere e proprie tabelle di marcia, semmai delle priorità, qualche imperdibile, il resto si scopre in loco, camminando, chiacchierando con le persone del posto, perdendosi. E così è stato per quei pochi giorni a Trapani: si potrebbe andare su a Erice in funivia e in bici fino alle saline, sarebbe interessante andare a perdersi nel Cretto di Burri e andar per degustazioni a Marsala. Ma a una cosa Francesco teneva più di tutto: visitare il tempio di Segesta. Allora ok, organizziamoci! Partiamo presto, ché a Trapani il sole picchia anche se siamo solo all'inizio di maggio. In autostazione prendiamo una corriera che passa da Segesta; a bordo c'è una signora sulla sessantina, deve essere un'habitué della tratta perché chiacchiera con l'autista del più e del meno. Tra la difficoltà a comprendere il dialetto e la nostra (scarsa) discrezione, riusciamo a cogliere solo le lamentele dell'autista sulle tante cose che in Sicilia non funzionano e sul fatto che i turisti vengono ad ammirare le sue bellezze e spesso non si rendono conto del marcio che c'è sotto. Fermata Segesta, ci apprestiamo a scendere ma ci vengono incontro dei turisti stranieri, cercando di invitarci a non fermarci perché il complesso è chiuso. L'autista, da parte sua, sembra metterci fretta a lasciare l'autobus: non abbiamo messo piede a terra che chiude le porte e riparte. Quale occasione migliore, avrà pensato, perché dei turisti si rendano conto di quanto e come le cose (non) funzionino da queste parti? In effetti ce ne siamo resi conto. Il complesso dei templi è chiuso per sciopero (sulle cui motivazioni ci siamo, in effetti, documentati il giorno seguente: missione compiuta, autista!).
E ora?! La prossima corriera passerà tra un paio d'ore, ma salendo abbiamo visto un cartello che indicava la stazione, beh andiamo, ché tanto a star qui sotto il sole in mezzo al nulla appoggiati a un guardrail non andremo lontano... Cammina cammina, a quella che chissà quanti anni fa fu una stazione ferroviaria ci arriviamo, peccato che ora sia un bar/ristorante, dove possiamo regalarci un caffè e dell'acqua, ma di certo non una corsa a Trapani. E va beh, rimettiamoci in cammino e torniamo su, chissà che non sia cambiato qualcosa. Anzi no, guarda c'è un ruscello laggiù, scavalchiamo il guardrail, andiamo a ripararci dalla calura, scattiamo qualche foto a questo arcobaleno di fiori spontanei. Ehi, ma quella sulla strada è la corriera per Trapani! Ma non doveva passare tra più di un'ora?! Va beh, troppo tardi. Troveremo un passaggio. Peccato che tutte le auto che arrivano e ripartono siano al completo, o vadano in altre direzioni. Il caldo inizia a farsi importante, la fame fa capolino e la pazienza inizia a lasciarle generosamente il posto. L'avevo detto io che in Sicilia senza auto sarebbe stato un casino! Ma va, è solo stata un po' di sfortuna, e comunque alla fine eri d'accordo anche tu sul servirci solo di mezzi pubblici e biciclette! Iniziamo ad assomigliare a quelle coppie isteriche che litigano per un nonnulla. Scopriremo dopo che è stato proprio questo uno dei motivi che ha spinto Elisa, una simpatica donna torinese, a scendere da un'auto parcheggiata sul ciglio di fronte e a chiederci dove fossimo diretti. Ormai senza speranza di tornare alla base per cambiare i programmi della giornata, abbiamo risposto qualcosa che somigliava a un'”ovunque”! “Io e mio marito abbiamo la nave stasera da Palermo, volevamo impiegare l'ultimo giorno per visitare Segesta ma dobbiamo cambiare programma...avete mai visto Castellammare del Golfo?” “No, e non era nemmeno in programma, vista la distanza da Trapani...”.
Ed è stato così che, tra valigie, attrezzatura da pesca e grosse cornici da restaurare recuperate nella vecchia casa di Favignana dei genitori di Elisa, abbiamo trovato posto in macchina e abbiamo fatto la conoscenza anche di Marcello, il suo brillante marito, che si è preoccupato nel vederci discutere, che ha pensato “potrebbero essere i miei figli”, che ha concordato con Elisa di venire a parlarci.
È stato così che, tra una chiacchiera e l'altra, siamo arrivati in quel borgo meraviglioso che è Castellammare, un paese che è una terrazza su un mare azzurro e cristallino. E pensare che, se le cose fossero andate secondo i programmi, ci saremmo persi questo spettacolo, questo intrico di vicoli e scale e archi, questo profumo di mare e di fiori, queste casette bianche che abbagliano più del sole, questo panorama mozzafiato! È stato così che abbiamo fatto la conoscenza di due persone meravigliose con cui, dopo un anno, siamo ancora in contatto; due persone che ci hanno accolti senza conoscerci e hanno trascorso del tempo con noi come se fossimo vecchi amici, che non ci hanno lasciati se non nel tardo pomeriggio, dopo averci accompagnato alla stazione dei treni (che non avremmo mai potuto raggiungere a piedi dal paese) e essersi assicurati che, di lì a breve, sarebbe arrivato il treno per Trapani.
 
Quando arriveremo a Trapani? Tra un paio d'ore. Accidenti ma io muoio di fame, nell'emozione della giornata ci siamo dimenticati di mangiare e i due grissini offerti da Elisa si sentono decisamente soli in pancia, che fermate fa lungo il tragitto? Mah, ci sarebbe Mazzara del Vallo. Era nei nostri piani visitare Mazzara del Vallo? No. Bene, ovvio allora, si cena a Mazzara del Vallo!
 


 

Commenti

  1. Uh, che ricordi meravigliosi che ho dei miei soggiorni in Sicilia di tanti anni fa! Quell'autista è un po' come me, che mi lamento delle cose che non funzionano dei posti dove vivo, però per fortuna chi li visita riesce comunque a goderne la bellezza. E in bocca al lupo alle intraprendenti imprenditrici!

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    1. Beh infatti, come te, sapeva quel che diceva quell'autista e non ce l'ho avuta con lui per non averci dato nemmeno il tempo di capire cosa stesse succedendo

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  2. Che foto! Sai che colpevolmente non sono ancora mai stata in Sicilia?

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    1. Beh ti ho dato l'ispirazione per le prossime vacanze (a meno che tu non vada in ferie ad agosto... ). Io ci sono stata solo due volte, me ne manca ancora tantissima da vedere!

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    2. purtroppo, con le condizioni dei miei le ferie saranno dietro l'angolo, quando ci saranno

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    3. Beh dai, non che manchino posti belli dietro il tuo angolo :)

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  3. A parte che quella borsetta ti sta benissimo e poi.... che bello leggerti e poterti subito rincuorare: in Sicilia anche con l'auto è un problema! Ma magari ne parliamo un'altra volta... E'bellissimo leggere come talvolta le cose storte sono semplicemente diverse da come avevamo progettato, e che una tabella può diventare un bel cerchio...ma soprattutto è bello incontrare persone così...
    La prima foto, quella del ruscello e dei fiori, sembra davvero scattata in un'altro posto, davvero non fa pensare alla Sicilia, che almeno sulla costa me la ricordo secca e con continui incendi (il loro modo di pulire, dicono..),e peccato che non siete stati a Segesta, noi l'abbiamo visitata e per certi versi ci ha entusiasmato più che Agrigento (anche se non è assolutamente male).., ma comunque così avete un buon motivo per tornare in Sicilia, e... Erice?! Non è un sogno?!

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    1. Hai detto bene, un sogno! Soprattutto perché era freddo e nuvoloso, c'era un'aria rarefatta stranissina, se guardi le foto che abbiamo fatto ti senti sul set del signore degli anelli :D
      E invece era Sicilia proprio come quella del ruscello, mai incontrati tanti fiori come lì a maggio 2015. E sì, ovviamente tocca tornare per Segesta, e anche per il cretto di Burri :)

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  4. Ciao Cri, penso che viaggiare come fate tu e Francesco sia il modo migliore per rendere indimenticabile il viaggio e la vacanza , che diventano così un'esperienza di vita e non solo di svago.
    La Sicilia è una terra splendida. Noi ci siamo stati solo una volta, ma anche così ho un ricordo indelebile delle sue atmosfere luminose e splendidi panorami sul mare.
    Un abbraccio
    Nou

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    1. Sì la Sicilia è una meraviglia! Mi mancano ancora un po' di regioni (come ad esempio la Sardegna), ma im Sicilia ci tornerei altre mille volte!

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  5. Leggo soltanto ora il post... Bellissimo racconto e bellissima avventura! La Sicilia mi manca... devo metterla nella lista dei viaggi da fare!

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