Le api scompaiono e la Bayer guadagna

Da un po' non propongo notizie su cui riflettere e discutere. Avete mai sentito parlare della massiccia morìa delle api degli ultimi decenni? Pare sia dovuta a un pesticida prodotto e commercializzato dalla Bayer.
La notizia della scomparsa delle api non è nuova. Dagli anni '80 si assiste a questo fenomeno, denominato CCD (Colony Collapse Disorder): in Europa e negli Stati Uniti milioni di api nel corso di questi decenni non hanno fatto ritorno agli alveari, che non sono stati ricolonizzati, come se fossero infetti.
Il termine è stato coniato negli Usa, che per primi hanno assistito al fenomeno, ma anche in Europa, già dagli anni '90, si osservava questa preoccupante scomparsa di massa.
Sta di fatto che appunto da anni si cercano le cause della perdita di circa un terzo degli alveari. Tre sono state le cause principalmente studiate: stress nutrizionali, patogeni e pesticidi. Inizialmente era stata presa in considerazione anche l'eccessiva presenza di onde elettromagnetiche nell'ambiente, che avrebbero potuto disorientare le api, ma l'ipotesi non ha trovato conferma nella realtà.
Considerando che il fattore alimentare ha il suo peso e che alcune piante OGM causano la morte delle api che ne suggono il polline, diversi studi indipendenti (di cui si trova ampio e dettagliato riscontro in rete) hanno dimostrato che la causa principale di tutto ciò sta in un pesticida prodotto dalla Bayer, nota multinazionale tedesca che opera nel settore sanitario, agricolo, chimico e nella produzione di materiali plastici.
Questo pesticida contiene neonicotinoidi, delle neurotossine che agiscono sul sistema nervoso degli insetti, disorientandoli e impedendo loro il ritorno all'alveare. D'altronde c'è poco da stupirsi se si pensa che questo prodotto era stato approvato dall'EPA (Enviromental Protection Agency), il principale ente di protezione ambientale americano, proprio sulla base di uno studio prodotto dalla stessa Bayer (e successivamente screditato dai ricercatori dell'EPA)!
A rafforzare gli esiti delle decine di studi giunti a questa conclusione, sta anche il rapporto direttamente proporzionale tra la scomparsa delle api e l'incremento dell'utilizzo del pesticida incriminato negli stessi territori.
Ora, come era prevedibile, queste conclusioni hanno portato un danno economico consistente alla "povera" multinazionale: la Francia già nel 1999 ha bandito l'uso di questi pesticidi, seguita negli ultimi anni da Germania, Italia e Slovenia e quest'anno da alcuni Stati americani.
Ora, se voi foste nei panni della Bayer cosa fareste? Ovvio, smentite. E come si può fare a smentire decine di studi scientifici? Ovvio, si finanzia uno studio scientifico! Da letture varie e soprattutto dall'interessantissimo libro che sto leggendo, di cui sicuramente scriverò più avanti, ho scoperto quanto sia prassi solidificata per le multinazionali della chimica finanziare studi che giungano a conclusioni desiderate e prestabilite.
Quindi la Bayer Crop Science ha fornito di una cospicua borsa di studio il dottor Jerry Bromenschenk della Bee Alert Technology (Università del Montana), posto alla guida di un team di entomologi che hanno trovato la causa della morìa delle api nell'azione sinergica di un virus e di un fungo che sarebbe provenuto dal sud-est asiatico tramite migrazioni di api non controllate. Risultato a dir poco geniale, considerando che, puntando il dito contro il suddetto fungo, la Bayer ha tentato di incrementare i propri guadagni (e, suo malgrado, quello di altre case produttrici dello stesso tipo di pesticida) promuovendo proprio l'antidoto al problema. E, oltre alla Bayer, ne approfitta anche la stessa Bee Alert Technology, che mette a disposizione degli agricoltori il sistema di rilevamento degli agenti patogeni incriminati, sistema il cui utilizzo però diventerà a breve obbligatorio e a pagamento.
Intanto in Italia il pm della Procura di Torino Raffaele Guariniello ha condotto un'ndagine silenziosa durata qualche anno sulla strage delle api, in conseguenza a numerose e preoccupanti segnalazioni degli apicoltori della provincia torinese. Nel maggio del 2011 Guariniello ha concluso l'indagine accusando gli amministratori delegati di Bayer Crop Science di Milano e Syngenta Crop Protection Italia (azienda distributrice del prodotto) di "danno al patrimonio zootecnico e all'economia nazionale", responsabilità piena del reato, nessun profilo colposo, pena (solo) da uno a cinque anni.
Sbollisco la rabbia verso questo colosso godendomi la piccola good news a pié di pagina.

fonti:
www.ilcambiamento.it
www.mieliditalia.it
comesantommaso.blogspot.it
www.motherjones.com
www.corriere.it
e relativi link cliccabili dai siti sopracitati

Commenti

  1. Risposte
    1. Già, e questo è solo uno spunto, se dai un'occhiata ai link in fondo al post ti rendi conto di quanto questi colossi stiano pericolosamente giocando sulla pelle di uomini, animali e piante.

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  2. Lo so bene, so bene tutto.. per fortuna non è tutto così altrimenti potremmo anche spararci. Il problema è che ormai secondo me abbiamo già oltrepassato il punto di non ritorno...

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    1. Lallabel lo penso anche io purtroppo, tra un po' non ci sarà più niente di naturale e ci penseranno loro a riprodurre tutto in laboratorio, ma se lo dico sembro allarmista e dietrologa. Come dici tu, non è tutto così, quindi credo che dobbiamo valorizzare quel che c'è ancora di buono e tenercelo stretto!

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  3. Purtroppo hanno i soldi e tanti con cui possono comprare ricerche su misura. Io però non sono tanto pessimista, la gente che si oppone è tanta e tante piccole azioni contro lo strapotere delle multinazionali possono servire e come!

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    1. Sì esatto Alessandra è quello il maledetto punto: i soldi. Comprano ricerche, comprano organi di controllo e soprattutto non hanno scrupoli di sorta pur di fare più soldi.Anch'io sono convinta che tante azioni hanno le loro conseguenze e tante persone si informano su questo tipo di argomenti, ma altrettante e più conoscono solo ciò che vedono in tv, che è sempre ben lontano da questo genere di informazione. Per questo cerco sempre di diffondere queste notizie!

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  4. Avevo già sentito parlare di questa moria di api proprio come dici tu. Non è di certo una siuazione da sottovalutare.Veramente una tristezza. Se vuoi e hai tempo sul mio blog di mamma gemellare organizzo uno swap natalizio, cioè uno scambio di doni. Ogni persona che si iscrive dovrà creare o comperare un oggetto da attaccare all'albero di natale, se vuoi partecipare passa da me e lascia un commento nel relativo post dello swap e il 2 dicembre farò gli accoppiamenti!

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    1. Grazie per l'invito Debora, la tua idea è molto carina e io adoro gli scambi, ma in questo periodo sono davvero subissata dal lavoro e non me la sento di prendere ulteriori impegni, è tanto se riesco a stare dietro al blog con una frequenza decente!

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  5. Sapevo del problema della moria di api e io nel mio piccolo non uso mai pesticidi e soprattutto cerco di spargere la voce, ma il problema esiste ed è di grandi proporzioni!
    Tu sei stata bravissima e riassumere tutto nel post molto dettagliato, concreto e utile, come sempre.
    Grazie per quello che fai per migliorare il mondo!

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    1. Brava Ilaria, tu con tutte le piante che curi hai la tua responsabilità al riguardo, anche se sì il tuo giardino non sono certo ettari di coltivazioni, ma credo sia l'atteggiamento la cosa fondamentale.
      E brava anche perchè diffondi informazione, anche questo è fondamentale!

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  6. Ero a conoscenza anch'io del problema, ce ne aveva parlato il fornitore/produttore di miele del gas... Grazie per questo articolo!

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    1. Non c'è di che cara Daria, diffondo volentieri questo tipo di informazione

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  7. purtroppo è così, sempre meno api, sempre più confuse..noi sempr epiù schiavi dell'industria chimica... ma la colpa della morte delle api è anche nostra, i nostri cellulari per esempio, le confiondono, gli fanno perdere l'orientamento, quindi non riuscendo a tornare all'alveare muoiono... è triste, ma anche in questo momento usando internet con il modem acceso sto mettendo in difficoltà le api..

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  8. Ci fu anche una puntata di Report relativa al problema
    http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-061bd926-51fb-4739-9df9-bceeede41e94.html

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