L'empatia perduta (o mai avuta?)

Ieri mi sono imbattuta in questo articolo di Andrea Segre, che fa una lucida e condivisibile, a mio parere, analisi della questione immigrazione in Italia e in Europa. Mi ha fatto molto pensare e vi consiglio di prendervi 5 minuti per leggerlo, ma non voglio discutere qua dell'articolo di Segre, bensì di una citazione che una commentatrice all'articolo riportava dal De rerum natura di Lucrezio:

...bello, quando sul mare si scontrano i venti e la cupa vastità delle acque si turba, guardare da terra il naufragio lontano.
Non ti rallegra lo spettacolo dell’altrui rovina, ma la distanza da una simile sorte.

Non ti rallegra lo spettacolo dell'altrui rovina (e ci mancherebbe, aggiungerei io!), ma la distanza da una simile sorte. Ecco, è questo che mi ha fatto pensare, la distanza da una simile sorte, il non avere idea di chi siano e cosa abbiamo passato e stiano passando quelle persone e peggio ancora il non chiederselo neanche. Non voglio parlare delle scelte politiche, delle politiche di respingimento che oltre a essere criminali sono pure fallaci rispetto a eventuali e ben strutturate politiche di accoglienza. No, parlo delle persone, di quelle persone così ignoranti da sentirsi in diritto di dire "qui non li vogliamo" e poi arrogarsi il diritto di andare a casa loro, in vacanza ovviamente, nel patinato e fuoridalmondoreale villaggio turistico; che si sentono in diritto di andare via dall'Italia per andare a lavorare in Australia perchè qui lavoro non ce n'è. Perchè tu puoi avere il diritto di scappare da una terra dove non riesci a guadagnare i soldi per comprare la macchina e un'altra persona non ha il diritto di scappare da una terra in cui la sua stessa vita è in pericolo? Come puoi far finta di niente, come puoi non pensarci, perchè mai dovresti essere migliore o superiore?! E ogni volta mi chiedo se sia più ignoranza o più stronzaggine, ma essendo convinta che nessuno nasce cattivo, propendo per la prima, per quell'ignoranza becera e gretta che la politica e il suo linguaggio, in modo sottile ma nemmeno troppo, non fanno che alimentare, quell'ignoranza che non è mancanza di scolarizzazione ma povertà di spirito, pochezza d'animo. E conseguente assoluta mancanza di capacità di empatia.

Commenti

  1. Sono d'accordo con le parole di Segre.
    Però è anche vero che io sono poco empatico (io o forse molti?) con le situazioni lontane da me. Esattamente la distanza da sorti simili...

    Moz-

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    1. Sì Moz, è per quello che parlo di empatia, perchè il non conoscere la situazione non giustifica il disinteresse, soprattutto se si è dalla parte al momento più fortunata (perchè se fossimo nati un secolo fa altrochè se capivamo cosa provano quelle persone!)

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  2. L'artyicolo dice già tutto, io sono mooto stanca delle continue ingiustizie che vedo sento e vivo, in mezzo all'imbambolamento generale, che delusione gli abitanti di questo Paese...l'Italia, ma poi? chi sono i veri italiani?! quali sono le caratteristiche che fanno di un essere umano un italiano?! Forse il saper piangere al momento giusto, il sospir l'altrui forza, il vivere di illusioni..
    Alla fine ho tanta voglia di scappare anch'io, ma non in un'altro Paese a rubare posto e lavoro, ad inquinare coi soldi finti che abbiamo in tasca...
    Non ho seguito le ultime vicende tragiche del mare e del bisogno di aiuto che hanno molte eprsone, è dal dopo elezioni che una parte di me si è spenta, si è esaurita forse.. forse è vero che tutto è perduto.. quando si è persa l'umanità..che ciresta?!

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    1. Anche per me il giorno delle elezioni ha segnato un cambiamento, è stata una delusione così forte (dagli elettori prima ancora che dagli eletti) che mi sono cadute le braccia, che mi è scesa una stanchezza interiore, che mi è venuta voglia di mollare. Gli italiani non esistono secondo me, Serena, o meglio, non esiste il popolo italiano, esiste una moltitudine di individui nati sullo stesso territorio geo-politico, la maggior parte dei quali monitorata dai monitoratissimi mass media.
      Però, l'aver perso la fiducia in questa gente non mi ha impedito di continuare a credere in certi principi e nel fatto che ogni azione è politica, e nel comportarmi, almeno io, di conseguenza.

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    2. certo...non riesco a non mettere davanti a tutto i miei principi, ma il fare per la collettività si sta allontanando da me, è da agosto che non vado ad una riunione e come "commissario politico" eletto sul campo credo che...non sia una bella cosa, ormai non mi chiamano neanche più, so di aver deluso molte persone ma... per me è tardi, ci sono problemi che io a 10 anni vedevo già, come la distruziuone del suolo, ora che se ne comincia a pagare le conseguenze ci limitiamo a lamentarci un po' a vanvera..senza però dare la colpa ai veri colpevoli che continuano a farla franca..e poi se si studiano bene le situazioni di alcune città ci si rende conto che non c'è speranza alcuna. Già limitare i danni sarebbe tanto, ma c'è questa fissa del "fare" a tutti i costi e allora preferisco ritirarmi ad una egoista vita privata... Come Nazione siamo giovani, molto, ci vorrebbe un altro secolo di tempo, ci vorrebbe che fossimo tutti consapevoli delle nostre differenze culturali, pregi e difetti, e di viverli in mnaiera più costruttiva. Ho sempre creduto che le mille differenze culturali italiane fossero una ricchezza, ma ormai resta così poco, solo la buzzurrite, per non parlare poi delle nuove generazioni, ok...sarebe l'ora di toglierci dalle scatole tutti questi sessantottini "illuminati"che ci hanno portato alla rovina ma poi il timone a chi lo passiamo?! la mia generazione, da X e diventata Z (nel senso che dorme da com'è rincoglionita dalle canne e dalle birrette) quelle nuove non hanno più interesse alcuno, s enon quelli frivoli, inutili, distruttivi per il pianeta tutto, la genreaizone Estathè, ecco..

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    3. È davvero amaro il tuo discorso cara Serena, ma ad essere onesta non dici nulla cui mi sentirei di obiettare e capisco perfettamente il tuo stato d'animo, capisco la sensazione di lottare contro i mulini a vento. Ciò non toglie che mi rattrista il sentirti arresa, ancor di più che se tu non ti fossi mai spesa per la collettività. E la cosa che mi fa più rabbia è che se ci arrendiamo noi vincono loro, vince l'inerzia, la corruzione, wall street. Vince Estathè!

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  3. empatia, già non si prova mai a stare nei panni degli altri

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    1. figuriamoci poi se sono panni sporchi, bagnati e puzzolenti...

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  4. Il punto di vista di cui parla Segre è talmente radicato che anche i ragazzini quindicenni usano le stesse identiche parole del Presidente Napolitano o dell'articolista del Corriere della Sera, e quando ho sentito dire da alcuni di loro che "l'Europa non ci può lasciare soli, il problema è europeo" mi è venuto come un brivido (e non avevo letto ancora l'articolo di Segre). E anche il ragionamento successivo è stato lo stesso: "Mica possono venire tutti qua". Ed è buffo, ma l'Australia ce l'ho infilata dentro anche io nel discorso, cara Cri. Invece alla domanda, provocatoria, "Lei cosa farebbe, allora?", non ho avuto la lucidità e la concretezza della risposta finale di Segre, davvero illuminante e perfetta. Ma proverò a tornarci, anche se alcuni mi guardano malissimo quando dico certe cose, persino quando sono allo stesso tempo ben contenti di perdere un po' della lezione di greco o latino.

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    1. Chissà perchè pensavo che insegnassi inglese! Beh, coi ragazzi credo sia ancora più difficile il discorso, perchè è già tanto se si informano, ma controinformarsi non è cosa da quindicenne, e quando il presidente della repubblica, i politici a destra e a manca e i quotidiani dicono tutti la stessa cosa è difficile elaborare un "contropensiero". L'Australia credo ci stia dentro per forza perchè si sa, la gente dimentica, e parlare dell'emigrazione degli italiani in America nel secolo scorso è come raccontare fiabe; oggi si emigra perchè non c'è lavoro, per fare la famosa "esperienza all'estero", e questa possibilità è vista (giustamente) come un diritto inalienabile: quello che proprio non arrivo a comprendere è come si possa pensare di essere detentori di un diritto e negare che lo sia altrettanto un'altra persona, una persona che per di più ha ben più gravi motivi per emigrare, qui davvero la mia comprensione si ferma. Grazie per il tuo contributo Paola, e grazie soprattutto per aver condiviso l'articolo di Segre su fb, probabilmente non l'avrei mai letto altrimenti.

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  5. Anch'io propendo per l'ignoranza, anche se poi, ignoranza o stronzaggine, il risultato non cambia. Sempre da stronzi si comportano.

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    1. Hai ragione Silvia, il mio è un giustificare le intenzioni che però non cambiano i risultati, forse perchè mi illudo che se scopri la causa trovi il rimedio, che se fai capire a queste persone come stanno le cose. Poi, per andare di frasi fatte, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, e spesso queste persone non vogliono sentire, abbarbicate nelle loro convinzioni, e questo, in effetti, è da stronzi.

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  6. Avevo già letto anch'io l'articolo di Segrè e anche altri su melting pot, dove riportavano alcuni dei molti commenti che giravano su FB nei giorni scorsi... si, vero, profonda ignoranza che nasconde una base razzista dietro alla frase: "non sono razzista, ma...". Hai visto l'appello per la creazione di un canale umanitario fino all'Europa e per il diritto di asilo su Meltingpot?

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  7. NIente di più fastidioso e ipocrita del "non sono razzista, ma...". Sì, l'appello l'aveo visto, ma hai fatto bene a segnalarlo, non ci avevo pensato ieri..

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  8. in questi giorni basta fare un giro su blog e social network per avere un'idea di quello che stiamo dicendo, ci sono persone che continuano dire "io non sono razzista ma..." e poi logicamente iniziano a parlare di casa nostra e casa loro. Credo si tratti di un misto di ignoranza, stronzaggine e lavaggio del cervello mediatico...

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  9. Vero, l'ignoranza non è mancanza di scolarizzazione, è l'assenza di spirito umanitario genetico , oppure sviluppatosi a causa di amare delusioni che hanno scatenato una difesa ad oltranza.
    Chi può restare indifferente ad una situazione tanto tragica vissuta da altri esseri umani, altrimenti.
    Cristiana

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    1. Hai ragione Cristiana, anche se le persone che fanno certi ragionamenti razzisti non mi sembrano persone deluse, ma persone piccole che non hanno una percezione del mondo reale ma solo di quell'infinitesimo di mondo che gravita intorno a loro.

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  10. Sono con te.
    e spero in un mondo migliore, in cui ci si guardi in faccia e ci si parli negli occhi.
    ciao

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